Alla Berlinale torna Cesare, e stavolta non deve morire

di | 11/02/2016

I fratelli Coen aprono una edizione particolarmente cosmopolita in un’epoca di muri e guerre di civiltà

George Clooney in "Heil, Caesar!"

George Clooney in “Heil, Caesar!”

Si apre con “Heil, Caesar!” di Joel e Ethan Coen la 66a edizione del festival del cinema di Berlino. La pioggia non dissuade i nugoli di fan accorsi per acclamare le star Tilda Swinton e George Clooney, che ha annunciato di voler incontrare Angela Merkel per discutere della crisi dei migranti. Affettuoso e surreale omaggio alla Hollywood degli anni ’50, il nuovo film dei fratelli Coen segue le peripezie di Eddie Mannix, ispirato ad un personaggio realmente esistito, un produttore noto per la sua capacità di risolvere problemi artistici e personali delle star dell’epoca. L’industria del cinema è rappresentata proprio come un’industria, una successione di capannoni un po’ squallidi e anonimi, uffici che sembrano quelli di una banca, dirigenti e funzionari grigi e talvolta sull’orlo della depressione. Ma basta varcare la soglia di uno di quei capannoni e si entra in un mondo magico, colorato, che risuona di musiche celestiali.

La giuria, presieduta da Meryl Streep e composta da Lars Eidinger, Nick James, Brigitte Lacombe, Clive Owen, Alba Rohrwacher, Małgorzata Szumowska, dovrà scegliere tra i 18 film in concorso. Nelle opere selezionate c’è molta Europa, soprattutto francofona, il solito occhio di riguardo per il cinema statunitense e un po’ d’Italia con “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi. Nelle sezioni collaterali c’è attesa per il nuovo film di Michael Moore “Where to Invade Next” mentre la retrospettiva è dedicata al cinema tedesco del 1966, anno di svolta che vede molti autori interrogarsi sugli eventi epocali che si svolgono ai due lati del muro.

L’orso d’oro alla carriera verrà assegnato a Michael Ballhaus, direttore della fotografia di registi come Fassbinder, Coppola e Scorsese, con una retrospettiva di 10 film tra i più significativi.

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