Dall’introspezione discreta di Hong Sangsoo alla plateale desolazione della piccola borghesia italiana passando per l’ottuso puritanesimo della provincia statunitense
Il bello del cinema di è che si ha l’impressione di seguire il regista in un percorso, di vedere ad ogni nuovo film un nuovo capitolo della stessa linea narrativa, ma senza alcun senso di ripetizione, in cui il punto di arrivo è tutto meno che scontato. L’idea apparentemente banale di voler riprendere e mostrare la vita quotidiana attraverso la difficoltà di scelte spesso obbligate, relazioni insoddisfacenti, come in questo Domangchin yeoja in concorso per l’orso d’oro, rivela esiti tutt’altro che prevedibili, con esiti sorprendenti quanto più il tono è pacato in questi tempi di vite private rumorosamente messe in mostra su internet e televisioni Favolacce è il secondo film di Never Rarely Sometimes Always di
Nella sezione Panorama un ulteriore capitolo della tormentata storia recente della Grecia soffocata da una crisi apparentemente senza sbocco: in Digger di Georgis Grigorakis l’immersione tutt’altro che figurata nel fango di una natura violentata sembra l’unico modo per comprendersi e comprendere.