Il cielo sopra Parigi

di | 01/09/2016

Tutte le (3) dimensioni dell’amore e del desiderio nel nuovo film del maestro tedesco

Nick Cave in "Les Beaux Jours d'Aranjuez" di Wim Wenders

Nick Cave in “Les Beaux Jours d’Aranjuez” di Wim Wenders

Tratto dalla omonima pièce di Peter Handke, e come nell’originale recitata in francese, “Les Beaux Jours d’Aranjuez” è la quarta collaborazione di Wenders con il drammaturgo austriaco e il suo secondo film ripreso in 3D. Continui movimenti di macchina dall’apparente intento “realista” si alternano a apparizioni di personaggi immaginari evocati dai protagonisti, come a testare e mettere alla prova la percezione di una realtà fittizia creata a tavolino. Lo scrittore ed il pianista completano la scena. Di fronte alla cinepresa i personaggi stessi evitano qualunque movimento, concentrati nella loro conversazione e nei monologhi, con un linguaggio volutamente complesso e ricercato, quindi tutt’altro che “naturale” come invece la messa in scena sembra suggerire. La cinepresa quindi rappresenta uno spazio “altro”, esterno ed estraneo a quello che viene ripreso, e questo nel momento stesso in cui sembra voler dare veridicità ad una messa in scena platealmente artefatta.

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