Tutte le (3) dimensioni dell’amore e del desiderio nel nuovo film del maestro tedesco
Tratto dalla omonima pièce di Peter Handke, e come nell’originale recitata in francese, “Les Beaux Jours d’Aranjuez” è la quarta collaborazione di Wenders con il drammaturgo austriaco e il suo secondo film ripreso in 3D. Continui movimenti di macchina dall’apparente intento “realista” si alternano a apparizioni di personaggi immaginari evocati dai protagonisti, come a testare e mettere alla prova la percezione di una realtà fittizia creata a tavolino. Lo scrittore ed il pianista completano la scena. Di fronte alla cinepresa i personaggi stessi evitano qualunque movimento, concentrati nella loro conversazione e nei monologhi, con un linguaggio volutamente complesso e ricercato, quindi tutt’altro che “naturale” come invece la messa in scena sembra suggerire. La cinepresa quindi rappresenta uno spazio “altro”, esterno ed estraneo a quello che viene ripreso, e questo nel momento stesso in cui sembra voler dare veridicità ad una messa in scena platealmente artefatta.