Anche quest’anno Europa protagonista alla cerimonia di premiazione, mentre grande assente è il cinema orientale, con l’eccezione di Hong Sangsoo

Ildikó Enyedi durante la cerimonia di premiazione
Rigore formale e recitazione impeccabile trionfano a Berlino: l’orso d’oro è andato a “Teströl és lélekröl” (“On Body and Soul”) di Ildikó Enyedi, apologo visionario sul desiderio e il potere dell’immaginazione. “Félicité” di Alain Gomis si è aggiudicato il gran premio della giuria presieduta da Paul Verhoeven.
Un po’ inaspettatamente il premio Alfred Bauer per il film che apre nuove prospettive nell’arte cinematografica è andato a “Pokot” di Agnieszka Holland. Il premio per la migliore regia è andato invece meritatamente ad Aki Kaurismäki per “Toivon tuolla puolen” (“The Other Side of Hope”). I premi per le migliori intepretazioni sono andati a Kim Minhee in “Bamui haebyun-eoseo honja” (“On the Beach at Night Alone”) di Hong Sangsoo e a Georg Friedrich in “Helle Nächte” (“Bright Nights”) di Thomas Arslan. Sebastián Lelio e Gonzalo Maza sono stati premiati per la migliore sceneggiatura per “Una mujer fantástica” (“A Fantastic Woman”). Il premio per il migliore contributo artistico è andato a Dana Bunescu per il montaggio in “Ana, mon amour” di Călin Peter Netzer.
La Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica (FIPRESCI) ha confermato il parere della giuria del concorso premiando nella selezione ufficiale “Teströl és lélekröl”. Nella sezione Panorama il premio è andato a “Pendular” di Julia Murat, mentre nella sezione Forum, dedicato ai film d’esordio, il film che è piaciuto di più è stato “Shu’our akbar min el hob” di Mary Jirmanus Saba.