L’urlo soffocato di Antonio Ligabue

di | 21/02/2020

Entrare nell’immaginario di un pittore senza ridursi a riprodurne pedissequamente le opere: Giorgio Diritti ed Elio Germano nella difficile, forse disperata, impresa di ritrarre la vita e le opere di Antonio Ligabue

Elio Germano in Volevo nascondermi di Giorgio DirittiNella sequenza iniziale di Volevo nascondermi un bambino è imprigionato in un sacco di tela, deriso e strattonato dagli altri bambini e dagli adulti, che lui osserva da due fori praticati all’altezza degli occhi. Quegli occhi e quello sguardo ci seguiranno per tutto il resto del film.

Quando si fa il ritratto di un artista, soprattutto quando si tratta di un pittore e soprattutto quando a farlo è un regista, forte è la tentazione di riprodurne lo stile. Giorgio Diritti invece trova il perfetto equilibrio tra il punto di vista esterno e oggettivo e l’immedesimazione nell’artista: deforma la realtà ma in modo sottile, una andata-ritorno tra il delirio e la dura realtà di un mondo impreparato a comprendere, e ancor meno ad accogliere, il disagio mentale. E paradossalmente gli inaspettati riconoscimenti rendono ancora più melanconica la vicenda di Antonio Ligabue. Diritti è più interessato a trasmettere allo spettatore il fascino per i soggetti preferiti di Ligabue: gli animali, soprattutto quelli selvatici con la loro forza irreprimibile; e la sofferenza indicibile, nel senso che non ci sono ragioni per spiegarla trattandosi di malessere mentale, dell’artista.

La luce grigia della Svizzera rurale sfuma gradualmente nei toni più caldi e variati della pianura padana, e la rigidezza e chiusura della società e delle istituzioni svizzere stridono con il sano anarchismo e la spontaneità dell’Italia tra il fascismo e il boom economico. Ma il malessere dell’artista è inevitabile e, come ci dice il titolo, l’unico suo intento è di nascondersi, osservare il mondo e riprodurlo a modo suo. Diritti si sofferma anche giustamente sul conflitto tra il bisogno per l’artista Ligabue di ritirarsi dallo sguardo pubblico e allo stesso tempo di vedere riconosciuto il suo talento, se non fosse che per poter vivere della sua arte e diventare indipendente.

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