Nostalgia: qualche appunto intorno al film di Mario Martone

di | 03/10/2022

Un film che parla di allontanamento, ritorno e di tutto quel che c’è intorno. Parla di Napoli e usa Napoli per parlare di altro.
Parla di quel che succede quando dobbiamo decidere come considerare lo scorrere del tempo e se l’acqua passata sotto ai ponti è passata per davvero.
È tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea: grande, grandissimo scrittore la cui penna ricorda nobiltà e saggezze d’altri tempi.
Alcune note scritte e disegnate prese a caldo, subito dopo la visione.

Tornare.
Tornare dopo anni.
Voler rimanere.
Sapere che la ragione per cui te ne andasti è che rimanendo saresti stato in pericolo.
Sapere che il problema che generò il pericolo è ancora lì.
Non voler andare più via.

Nostalgia è un confronto fra l’anima di un protagonista – che all’inizio pare in pace con se stesso ma lungo il corso del racconto scopri che no, c’è qualcosa che non va – e l’anima di una città irriducibile a qualsiasi descrizione.

Napoli fotografata con una sensibilità che ricorda a tratti Luigi Ghirri, descritta nei suoi particolari di bellezza e fatiscenza senza pietismo, quasi senza giudizio e sicuramente senza le marcature macchiettistiche che talvolta inghiottono anche i migliori narratori.

I gesti e la gestualità. Nostalgia è un film in cui il pathos è affidato ai gesti e alla gestualità.
L’atto di lavarsi il viso e le braccia con fare quasi ieratico.
I movimenti di un figlio che lava la madre non più capace di badare alla sua cura personale.
La mano che il camorrista forse stanco di vivere si passa sul viso.
Il rito di un sorso di caffè bevuto come si deve. Lentamente.

La storia si sviluppa in maniera lineare, pur essendo generosa di flashback.
Anche se soltanto a metà del racconto si diventa in grado di decifrarne i reali connotati, il mistero dei perché cede volentieri il passo al momento presente: la vera storia è Felice (un grande Pier Francesco Favino) che riscopre o scopre davvero per la prima volta i vicoli, i rumori, le catacombe, i bassi, il dialetto della sua città d’origine.

Il confronto romantico e cruento fra le migliori, ingenue intenzioni e il realismo criminale trova nella cornice di Napoli un ring ideale. Perché Napoli è la commistione, per dirla con Erri De Luca, fra pessimo e ottimo, il luogo dove il meglio e il peggio dialogano e generano la meraviglia del caos organizzato.

Nostalgia, sceneggiatura di Mario Martone e Ippolita Di Majo. Regia di Mario Martone, Italia – Francia, 118′.
Con Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi. Candidato agli Oscar 2023 come miglior film straniero. Vincitore dei Nastri d’argento 2022 per la miglior sceneggiatura, il miglior attore protagonista (Pier Francesco Favino) e il miglior attore non protagonista (Francesco di Leva e Tommaso Ragno).

 

 

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