Con La vita è bella Roberto Benigni aveva dimostrato che è possibile fare una commedia, anche se molto amara, sui campi di sterminio nazisti. Con La plus précieuse des marchandises Michel Hazanavicius, uno dei registi più eclettici di Francia, ne fa un cartone animato

Una immagine da La plus précieuse des marchandises di Michel Hazanaviciu.
La plus précieuse des marchandises si apre con un paesaggio innevato e una casetta di legno persa nel mezzo di una fitta foresta. Ma questo non è un tipico racconto di Natale. Al contrario, ci troviamo nell’inferno della Shoah durante la seconda guerra mondiale ed è la storia di una coppia di boscaioli polacchi che cerca di salvare una bambina ebrea dai campi di concentramento nazisti. Si tratta di un taglialegna, che passa la giornata nella foresta a tagliare alberi o in segheria per fare legna, e di sua moglie, che fa fascine di legna. Il salario del marito è misero e, pur non avendo figli, i due boscaioli, non più giovani, faticano a tirare avanti. La donna si reca spesso sulla linea ferroviaria che attraversa la foresta vicino alla loro casa ogni volt che sente passare un treno. Spera che da uno di questi treni cada qualcosa di prezioso, come cibo, attrezzi o vestiti. E un giorno qualcosa in effetti cade: un fagotto di stoffa bianca con due strisce blu lungo i lati, da cui proviene il pianto di una bambina. La donna non ci pensa due volte: la raccoglie e la porta a casa. Il rozzo taglialegna invece non è affatto contento: non solo ha un’altra bocca da sfamare, ma i colori della stoffa in cui la piccola è stata avvolta indicano chiaramente che si tratta di una bambina ebrea. Ma la donna è testarda: ha sempre voluto un figlio, ed è fuori discussione che un neonato muoia. Un po’ di calore umano in queste gelide distese di neve bianca dai riflessi blu.
Non si trattava quindi di un treno merci, ma di un treno della morte, di quelli che trasportavano gli ebrei verso i campi di concentramento. Il film è basato sull’omonimo libro di Jean-Claude Grumberg, in cui viene omesso qualsiasi riferimento esplicito agli eventi storici. Non si tratta di Olocausto o di ebrei, ma di buoni e cattivi, come in una fiaba classica, quindi il film è accessibile anche ai bambini più piccoli. I bambini più grandi, invece, capiscono subito di cosa si tratta. Come la tragica ironia di associare un essere umano a una merce: il rude taglialegna finisce non solo per abituarsi alla bambina, ma per affezionarsi a lei. E continua a chiamarla affettuosamente “la piccola merce”. Anche il vicino dal volto sfigurato, un veterano della prima guerra mondiale, che sembrava così ostile e insensibile, dà una mano fornendo latte di capra in cambio di alcune fascime di legna. Ma le cose si mettono presto male…
In un breve flashback, vediamo l’intera famiglia di questa bambina sul treno della morte. Ha un fratello gemello, ma la madre, esausta, non riesce ad allattarli entrambi. Il padre, consapevole di dove il treno li stava portando, compie il passo estremo di far scendere la bambina dal treno nella speranza che qualcuno di buona volontà si prenda cura di lei. Così facendo, spera di salvare la vita dell’altro figlio. Ma le cose vanno terribilmente male. Posso solo dire che il padre emerge miracolosamente dal mondo dei morti, da una fossa comune nel campo di Auschwitz, con lo sguardo ubriaco rivolto a noi. Una delle immagini più scioccanti che mi sia capitato di vedere al cinema. A quanto pare non è un cartone animato per bambini… L’età legale di questo film non è ancora stata stabilita, ma lo sconsiglio ai minori di 12 anni. Nel cinema, le storie tragiche e scioccanti sono spesso raccontate in opere di grande raffinatezza visiva, ma raramente ho visto un film d’animazione così esteticamente elegante e allo stesso tempo così tragico. Mi ricorda i contrasti tipici di molti film d’animazione giapponesi, come La tomba delle lucciole1 di Isao Takahata. Il bianco del paesaggio innevato intorno alla capanna dei taglialegna e l’oscurità del treno con il suo rumore di ferraglia. Il calore del mercato di un villaggio e il volto emaciato di un uomo sopravvissuto agli orrori della Shoah. Hazanavicius ha realizzato un film molto diverso dai suoi precedenti e ha raggiunto una delle vette del suo cinema.
È una produzione franco-belga: Jean-Louis Trintignant, nella sua ultima interpretazione, è la bellissima voce fuori campo che accompagna tutto il film. Il grande attore è riuscito a completare il film prima della sua morte, avvenuta nel giugno del 2022. Gérard Depardieu avrebbe dovuto dare la voce al taglialegna ma, in seguito alla sua incriminazione per violenza sessuale, di comune accordo con il regista, ha deciso di ritirarsi. Il suo ruolo è stato rilevato da Grégory Gadebois, mentre la voce della donna è quella di Dominique Blanc. A parte la recitazione, è raro vedere un film d’animazione europeo rivolto al grande pubblico con una tale attenzione tecnica e formale ai dettagli. Certo, un cartone animato sullo sterminio degli ebrei non è il film di Natale che ci si potrebbe aspettare. Ma il film si conclude comunque con una nota di speranza per un mondo in cui, a prescindere dalla religione, dall’appartenenza politica o dal paese, ci sia spazio per tutti.