I tre colori di Lanthimos

di | 28/06/2024

Dopo “Povere creature!” un nuovo capitolo della riflessione sul delirio di onnipotenza e di satira sociale del maestro greco

Margaret Qualley, Jesse Plemons e Willem Dafoe in Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos.

Margaret Qualley, Jesse Plemons e Willem Dafoe in Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos.

Più che in altri ambiti la storia del cinema non si fa con i “se” ed i “ma”, ma mi sono sempre chiesto cosa avrebbe fatto Kubrick dopo Eyes Wide Shut1. Mi piace pensare che avrebbe intrapreso la strada che sta facendo Lanthimos, probabilmente il successore più degno del genio del Bronx. Anche in Kinds of Kindness2 Lanthimos indulge in vezzi tipici del maestro: i titoli di testa e di coda sincronizzati con la colonna sonora, il grandangolo deformante negli interni, i piani-sequenza, le lunghe dissolvenze incrociate, l’uso dei colori primari.

Insieme alla ossessione per la corporalità espressa in tutte le sue forme, dai movimenti degli attori agli organi interni mostrati in modi più o meno rudi, Lanthimos stavolta esplora ulteriormente il tema del doppio: come in Povere creature!3 l’identità tra l’emulo di Prometeo e la sua creatura e lo sdoppiamento di personalità vengono elaborati in tre episodi legati tutti dalla presenza degli stessi interpreti in ruoli diversi, e del personaggio chiave R.M.F., che passa dalla vita alla morte alla resurrezione. Visivamente sono frequenti i momenti di autentica vertigine, come la scena del primo episodio in cui Robert (Jesse Plemons, palma d’oro come miglior attore a Cannes) vaga nel suo ufficio nei piani più alti di un grattacielo e contempla l’abisso, o le spericolate manovre di Emily (Emma Stone) alla guida della sua fuoriserie, metafore dello smarrimento in una società in preda all’alienazione. La cura ossessiva dei costumi stavolta segue il tema della riflessione sulle manie della civiltà contemporanea per il senso di appartenenza, il bisogno del riconoscimento sociale, la gratificazione nel lavoro e nella vita privata, il bisogno e perfino il piacere masochistico di servire e farsi comandare, di farsi dire come vivere, chi e come amare, cosa leggere, ascoltare, mangiare. E soprattutto nel terzo episodio, più enigmatico nella sua collocazione spazio-temporale, gli adepti della setta di Omi (Willem Dafoe) fanno letteralmente corpo unico con le loro divise, i sandali, le tuniche.

Regista controverso soprattutto per l’apparente disinvoltura con cui mostra scene di estrema violenza sia fisica che psicologica, Lanthimos ha anche fama di proporre storie astruse e incomprensibili. Come per molte opere d’arte moderna e contemporanea, non solo cinematografiche, che vengono accusate di essere troppo enigmatiche, la “spiegazione” è forse fin troppo evidente, e la supposta incomprensibilità è solo il frutto di un più o meno consapevole atto di rimozione: il film comincia sulle note dell’hit anni ’80 Sweet Dreams (Are Made of This)4 degli Eurythmics, le cui parole forniscono una chiave interpretativa di tutto il film fin troppo evidente: Alcuni di loro vogliono usarti, Alcuni di loro vogliono essere usati da te, Alcuni di loro vogliono abusare di te, Alcuni di loro vogliono essere abusati5. Resta da stabilire chi è il soggetto e chi l’oggetto di questi rapporti di utilità e sfruttamento… Così come la sequenza nel terzo episodio in cui Emily si dimena in una danza frenetica accanto alla donna in grado di resuscitare i morti, momentaneamente priva di sensi: chiara allusione alle culture e ai riti sciamanici. Riguardo all’uso (o all’abuso, è il caso di dirlo…), di immagini cruente, nella breve sequenza durante i titoli di coda Lanthimos la butta sull’ironico con un’ulteriore citazione kubrickiana: come i fantasmi travestiti da animali di peluche nel finale di Shining6, il redivivo R.M.F. sporca la sua maglietta con del ketchup rosso sangue, come per ribadire che, come tutte le scene splatter di dita tagliate e fegati estratti, è stato tutto in fondo solo una finzione.

  1. Eyes Wide Shut, regìa di Stanley Kubrick, Regno Unito-USA 1999, 159′  
  2. Kinds of Kindness, regìa di Yorgos Lanthimos, Irlanda-Regno Unito-USA 2024, 164′  
  3. Povere creature!, titolo originale Poor Things, regìa di Yorgos Lanthimos, Irlanda-Regno Unito-USA 2023, 142′  
  4. Sweet Dreams (Are Made of This), scritta da Annie Lennox e David A. Stewart, singolo tratto dall’album Sweet Dreams (Are Made of This), RCA 1983  
  5. In lingua originale: Some of them want to use you, Some of them want to get used by you, Some of them want to abuse you, Some of them want to be abused.  
  6. Shining, titolo originale The Shining, regìa di Stanley Kubrick, Regno Unito-USA 1980, 119′